La superficie del portone in ferro era completamente liscia, senza nemmeno un batacchio per avvertire della propria presenza...eppure, raggiunto l'ultimo gradino, bastò il tocco di Evan per farlo spalancare. Naturalmente, però, nulla era lasciato al caso. Appena percettibile, sotto i polpastrelli, si poteva sentire una lieve scanalatura...lasciando correre l'indice per tutta la sua lunghezza, veniva azionato un meccanismo in grado di consentire l'ingresso...come la donna aveva già potuto notare, l'ambiente nel quale si trovavano non aveva all'apprenza quasi nulla di moderno, eccezion fatta per quella particolare "porta" attraverso la quale erano appena passati.
Il marmo scuro delle scale d'ingresso, continuava anche dentro, lungo il corridoio che stavano percorrendo; molti dei quadri, dalle spesse cornici placcate d'oro, ritraevano figure inqueitanti...uomini dal corpo metà umano e metà cavallo, donne dall'espressione austera avvolte in pomposi vestiti da cerimonia, e ancora sagome dai volti congelati nel terrore, le cui membra erano straziate e torturate da aguzzini in forma demoniaca.
Le grandi sculture in bronzo, invece, rappresentavano aquile dal becco spesso pronunciato e aperto come a voler ferire la preda, e arpie pronte a spiccare un balzo sulla loro vittima, con le bocche distorte da sorrisi sadici, e lunghi artigli affilati; alcune di quelle statue, infine, ritraevano gargoyle dal volto di diavolo. Tuttavia, l'uomo si muoveva nella penombra con passo deciso, senza badare troppo all'arredo, come non fosse stato nemmeno lì...ma nell'udire dietro di sè i passi affrettati della donna, ricordò delle sue sensazioni la prima volta che aveva messo piede in quel luogo. Quand'era ancora un bambino...allora rallentò, giungendo in prossimità di una porta rettangolare, incassata nel muro
E comunque... disse mentre la spingeva verso l'interno
non ha alcuna importanza se non hai con te delle monete. Ma se invece ne avessi aggiunse
...ti consiglierei di risparmiarle per il tuo viaggio di ritorno. La gente non è generosa, da queste parti l'ultima frase sembrò più un mormorio a sè stesso...nel buio si allontanò da lei, solo per accorgersi poco dopo di non essere seguito. Si sentì uno strano rumore, e all'improvviso una luce fioca rischiarò l'ambiente
Fa attenzione a non scivolare la voce di Evan la raggiunse dal basso...Nihal, infatti, si trovava in cima ad una piccola scalinata di pietra, dai gradini irregolari.
La cucina si rivelò essere uno spazio alquanto angusto, occupata per lo più da un rozzo tavolo di legno, lungo abbastanza da accogliere almeno una decina di persone; alcune credenze di legno occupavano la parete di fronte a loro, mentre un ampio camino fatto di mattoni rossi era situato a destra del tavolo...davanti a questo, stavano delle piccole poltroncine dalla stoffa consunta, che pure avevano un aspetto accogliente.
Siediti la invitò, senza premurarsi di farle strada...posò al centro del tavolo una lampada ad olio, la fonte di quella luce misteriosa, prima di avvicinarsi al camino...in breve tempo, tra le fredde pareti in pietra, si diffuse un piacevole tepore, e un'illuminazione più adeguata; l'uomo compiva il suo da fare senza proferir parola...sembrava non curarsi affatto di mettere Nihal a suo agio. Dopo aver provveduto a far riscaldare la stanza, comunque, andò a sedersi al tavolo, di fronte a lei
Hai richieste particolari? le domandò
Cosa vuoi mangiare? aggiunse, ancora, chiarendo meglio il senso di quella domanda
Gli Elfi domestici penseranno a portarti quel che chiederai spiegò.
Edited by Evan C. - 8/11/2012, 18:11