GDR Stay Alive

Per dimenticare..., - Nihal-

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Evan C.
view post Posted on 4/11/2012, 01:47




Tic tac, tic tac.
Non c'era nessuna sveglia nella sua stanza buia, eppure Evan sentiva scandire ugualmente il tempo...
Tic tac, tic tac.
Erano i minuti che scorrevano veloci, la sua vita che scivolava via inesorabilmente...
Tic tac, tic tac.
Ogni giorno era più frenetico del precedente, ogni attimo vissuto al solo scopo di portare a termine l'obiettivo che avrebbe visto il bene di un'intera "comunità",e liberato la stessa dalle catene che ne minavano l'esistenza. Ma le uniche catene che sentiva, erano quelle intorno a lui.
Tic tac, tic tac.
Quanto aveva sacrificato fino a quel momento...e quanto ancora doveva perdere sotto il rasoio del tempo...se ne stava lì, seduto tra le lenzuola di seta scure, tenendo tra le mani la sua unica compagna di avventura. Una pistola, dai proiettili speciali.
I suoi occhi, leggermente illuminati da una luce azzurrina, si riflettevano sul suo metallo, restituendogli uno sguardo cupo e spento; in quel frangente non stava pensando al suo prossimo incarico, ma a lei...Kendra. Aveva perso il conto di quanti mesi fossero trascorsi da quando si erano visti l'ultima volta...come sempre, dopo un'enigmatica chiacchierata e qualche bicchierino di troppo, erano finiti a disfare un letto con la loro bruciante passione.
E forse, per quanto seccante da accettare, erano proprio quelle fughe improbabili e a lungo attese, a tenere in piedi il loro rapporto...amore? Chi mai avrebbe potuto considerarlo tale?
Soltanto degli sciocchi...proprio come loro due.
Quel pensiero strappò dalle labbra di Evan un sorriso.
Tic ta, tic tac.
Ma il tempo incalzava di nuovo, e più impietoso. Si alzò, raggiungendo la finestra di forma ogivale e guardando oltre la vetrata il paesaggio immerso nell'oscurità...da che ricordava, quel luogo non aveva mai visto la luce del sole, nè conosciuto il minimo cambiamento. Le tenebre lo avvolgevano, facendogli da scudo e da prigione insieme...la stessa che in quel momento individuava nella sua camera...in un moto di rabbia incontrollata picchiò il muro con un pugno.
Di più non poteva fare...aveva sempre assolto ai suoi doveri, e di certo non sarebbe venuto meno al suo destino proprio adesso. Stava per voltare le spalle al paesaggio, ma qualcosa catalizzò la sua attenzione...una figura ammantata si muoveva celere lungo lo stretto e scosceso sentiero che risaliva verso il palazzo. Rimase ad osservare la sagoma misteriosa...chi mai era tanto coraggioso, o tanto stolto, da osare addentrarsi fin lì nelle ore notturne?
Non che di giorno la situazione fosse molto diversa, dopotutto...lo scenario non offriva altro se non oscuri e reconditi meandri, dove il pericolo era sempre in agguato...chiunque fosse, voleva verificare di persona che sapesse bene a cosa andava incontro.
Così, solo pochi minuti dopo, scese le scale di marmo nero, aspettando guardingo l'arrivo del forestiero...
 
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{Nihal
view post Posted on 4/11/2012, 11:03




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La sofferenza quotidiana che le pesava nel petto, la portò ad impazzire. Seppur la situazione con la figlia procedeva normalmente, lo stesso non si poteva dire del rapporto con Nathaniel. Nonostante l'impegno forzato a convivere in modo sereno per il bene della figlia, erano distanti più che mai, due sconosciuti prigionieri dei propri sentimenti. Lo sapevano fin dall'inizio che non avrebbe funzionato, eppure stolti tentarono comunque. Nihal era stanca, stanca di soffrire, stanca di piangere e di sommergere la figlia con stupide bugie. L'amore d'altro canto, non si può accendere e spegnere con un interruttore, e la consapevolezza dello sbaglio che ne condizionava la vita, rendeva ancora più pesanti le giornate.
Lasciò ogni lacrima dietro di sei, intraprendendo una sorta di viaggio mistico alla ricerca di se stessa o, più probabilmente, per dimenticare l'uomo che amava. Le tenebre di quel luogo la aiutavano nel suo intento, terrorizzata dal buio della notte , riusciva a liberare la mente dai mille pensieri che si mescolavano. In giro non vi era anima viva, non che la cosa la preoccupasse, ma evidentemente in quei luoghi non era così comune incontrare altre persone.
La sensazione di esser sola la scoraggiava molto, in fin dei conti sapeva anche lei di essere alla ricerca di qualcuno o qualcosa che potesse capirla e aiutarla. Le ore di cammino stancarono la donna, troppo presa a guardarsi intorno. Gli occhi celesti si confondevano nel buio,se non fosse per il rumore dei suoi passi, nessuno l'avrebbe notata con tanta facilità.L'unico scintillio in quello scenario surreale erano i bracciali argentati sul suo polso. Mostrò non poca titubanza nell'oservare il complesso di palazzi, oscuri e tenebrosi così come il paesaggio che li avvolgeva. Nessuno. Ne uomini, ne donne, ne bambini. Probabilmente riposavano, non che ci fosse nulla di così strano..
Proseguì il cammino per tutta la salita incerta che portava al palazzo principale, così come le era stato indicato da un misterioso personaggio qualche ora prima. Le gambe accusarono i primi dolori leggeri.
Dovrei andare in palestra più spesso.. Ancora pochi metri e sarebbe giunta a destinazione. Rimandò però l'arrivo, fermandosi per qualche istante. Si voltò, dietro lei nessuno ad aspettarla, nessuno a rincorrerla.
Nihal...ti fai troppe paranoie... Non era mai stata una persona orgogliosa, e se qualcuno le avesse impedito di allontanarsi, probabilmente le avrebbe fatto piacere. Una figura scura sembrava aspettrla all'ingresso, un uomo forse, ma non poteva esserne del tutto certa. L'illuminazione era del tutto inesistente, proseguì quindi per alcuni passi cercando di intravvederne qualche prticolare.

Edited by {Nihal - 4/11/2012, 11:23
 
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Evan C.
view post Posted on 6/11/2012, 02:19




L'intensa luminosità dei suoi occhi azzurri cedette il posto al buio che in essi si rifletteva, al fine di non attirare troppo l'attenzione su quel suo "particolare"...ma prima che lo sventurato avesse modo di metter piede sul gradino, Evan gli fu addosso, bloccandogli la strada Cosa ti porta qui, straniero? gli chiese, con tono in apparenza ostile. Poco dopo il cappuccio del mantello ricadde sulle spalle di quella sagoma, rivelando al suo sguardo il viso angelico di una donna...la sua immagine era una forte nota di contrasto in quel luogo; come la melodia stridente di un violino, qualora non si fossero pizzicate le giuste corde. Perfino l'aura che emanava pareva ricondurla ad un mondo etereo...e invece era lì, in mezzo alle tenebre, squarciandone la spessa cortina con la sua sola presenza.
Si ritrasse, facendo un passo indietro e quando tornò a proferir parola, la sua voce si era ammorbidita Non si viene in posti come questo senza uno scopo preciso osservò, pur non conoscendo effettivamente le ragioni che l'avevano spinta fin laggiù...la pistola era riposta nella fondina sotto la sua giacca, ma la rapidità con cui era abituato a muoversi, gli avrebbe consentito di sfoderarla al minimo segno di allerta.
Non che ne percepisse alcuno, ma l'esperienza lo aveva reso diffidente...e sapeva bene quanto gli occhi di una donna, spesso, potessero trarre in inganno; nei suoi, tuttavia, scorgeva una paura malcelata, sporcata della disperazione più profonda...la sua espressione si fece corrugata...come stesse provando a leggere nella sua anima, cosa che, naturalmente, non gli era concesso di fare.
Eppure, gli sembrava di sentirla da dentro quella sensazione...silenziosa, ma in grado di scavare una voragine e di farti perdere nel baratro più tetro e senza vie d'uscita. Per quanto lo riguardava, Evan non aveva mai perso la sua strada...ma per continuare a batterla senza deviazioni, aveva rinunciato a tutto...quello era il suo rammarico, quello il sentimento che albergava in lui allo stesso modo della tristezza che affliggeva la creatura davanti ai suoi occhi.
Ma era certo che, per essersi spinta tanto lontano,in quell'anfratto dimenticato della terra, in lei ci fosse ben più di quanto mostrava...coraggio, sicuramente. E determinazione, molta. Il suo volto, dai tratti duri, non mutò mentre continuava a scrutarla...non era solito, infatti, manifestare i suoi pensieri, e ancor meno emozioni "non richieste"...per svolgere al meglio il suo lavoro, doveva agire come una macchina, dimenticarsi di sè stesso...e a lungo andare, ciò si era ripercosso inevitabilmente sul suo carattere. Ma in fondo...aveva mai davvero vissuto un attimo che fosse solo suo?
Se questo era successo, lui non ne aveva memoria. Chi stai cercando? le domandò infine...dubitava che fosse stato un caso fortuito a portala lì.



 
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{Nihal
view post Posted on 6/11/2012, 10:39




A quanto pare non era poi così sola.L'uomo le si presentò davanti impedendole di proseguire. Il tono non troppo simpatico non la toccò minimamente, ci voleva ben altro per metterla in soggezione o spaventarla. Scrutò ogni sua espressione, un volto di ghiaccio che non lasciava trapelare alcuna informazione su di lui. Non fece in tempo a rispondere che vide indietreggiare il suo interlocutore. Forse l'aveva scambiata per un'altra persona, ed era un modo per scusarti senza ammetterlo. La conferma arrivò anche dal suo nuovo modo di porsi con lei, aver visto che si trattava di una donna lo aveva disorientato probabilmente. Nihal sorrise prima di aggirare l'uomo e proseguire per la sua strada. Si avvicinò di qualche passo sino a quasi oltrepassarlo del tutto, fregandosene beatamente delle domande poste poco prima. In modo maleducato, non vi erano dubbi, così come l'uomo le piombò addosso poco prima.
Trattate sempre così la gente? Proseguì di qualche passo per poi voltarsi. Bè in caso, il vostro senso di ospitilità..lascia proprio a desiderare. Un pò per il nervoso che si portava dietro da quando era partita, un pò per la paura del buio che ne soffocava ogni respiro, anche lei non si era posta in modo poi così gentile. Si fermò a riflettere sulle sue parole..chi o cosa stesse cercando, ancora non lo sapeva, e se poco prima era riuscita a levarsi dalla testa certi ricordi, tornavano ora prepotenti e taglienti come lame.
Una morsa al petto la fece barcollare non troppo vistosamente, in fin dei conti aveva affrontato un viaggio faticoso e non era preparata del tutto. La sola cosa che metteva in moto le gambe della donna era la volontà e la determinazione di porre fine alle ferite dell'anima, o almeno cicatrizzarle in qualche modo.. Buon proseguimento, Scherlock.
 
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Evan C.
view post Posted on 7/11/2012, 01:41




Evan si lasciò oltrepassare, voltandosi appena col busto per vederla salire altri gradini. La scalinata si arrampicava fino ad un grande portone di ferro, sormontato da un'arcata ai cui lati spiccavano i mezzi busti di un aquila e di un arpia, a grandezza naturale. I loro freddi e cupi occhi di marmo nero artigliavano con la loro traiettoria l'intero viale, quasi potessero, nella loro rigida compostezza, essere un monito per i viandanti che osavano avvicinarsi...sopra di essi il palazzo si snodava in svettanti pinnacoli, simili ad artigli che tentassero di graffiare l'abisso del cielo...ciascuno di essi era intagliato da innumerevoli finestre ogivali, che gettavano il loro "sguardo" in ogni direzione; cosa vi fosse in molte di quelle stanze, era un mistero perfino per lo stesso Evan.
I passi della donna risuonavano ritmici sulle lastre di marmo, diffondendo un sinistro presagio...la distanza tra loro aumentò celermente...nonostante questo, potè cogliere uno sbandamento nella sua andatura. Immaginò che fosse per stanchezza, o chissà...magari una creatura dal cuore immacolato non poteva sopravvivere a lungo in quel posto...quale che fosse la causa, ricordò del motivo per cui si era precipitato fuori dal palazzo.
Aspetta disse quindi, raggiungendola con poche falcate Chiunque tu debba incontrare, forse sarebbe il caso che ti riposassi prima...da quanto non mangi in modo decente? le chiese, tentando di porre rimedio alla scortesia mostratale poco prima...sapeva per certo che spingersi fino alla Terra della Notte significava affrontare un viaggio considerevole. Non aggiunse altro, mentre si metteva al passo con lei...non era abituato a parlare molto, e lo era ancor meno a porsi in modo gentile verso chi non conosceva. Ma in fondo lei sembrava solo smarrita...e stanca. Non poteva essere una minaccia al momento...incerto se avrebbe o meno accettato la sua implicita offerta "d'aiuto", ricadde nuovamente nel silenzio. Immobile avvolgeva quelle due figure al pari dell'oscurità...interrotto solo ogni tanto dall'eco dei loro passi...si chiese ancora una volta perchè fosse là. Di rado finire in quella terra portava a qualcosa di buono...posti come quello erano in grado di sgretolare anche l'animo più puro...e insediarvi il male.
 
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{Nihal
view post Posted on 7/11/2012, 13:47




Nihal si interruppe di colpo. Neanche lei aveva le risposte ai quesiti dell'uomo, era solo sgattaiolata via di casa senza lasciar detto nulla, per correre il più lontano possibile dalla bolla di vetro che era diventata la sua vita. Così in fretta che per un momento aveva perso di vista il vero motivo della sua folle impresa, dopo giorni di viaggio estenuante vagava senza meta, accumulando solo una gran voglia di dimenticare ogni singolo momento passato con Nathaniel. Il gelo che l'uomo le trasmetteva sembrò passare in secondo piano, furono i suoi occhi a colpirlo. Profondi e impenetrabili, capaci di raccontare mille storie diverse vissuti in prima persona, tanta voglia di urlare, ma celati da un comportamento distaccato e senza emozioni, un'automa. Rimase a fissarlo per qualche minuto, senza rendersene conto probabilmente. Distolse lo sguardo molto lentamente, rivolgendolo al palazzo dove si apprestava ad entrare.
Non so neanche perchè sono qui...
Ancora una volta fissava l'uomo, persa nell'oblio del dubbio. Sospirò a pieno petto malinconica, gli occhi divennero lucidi una seconda volta, ma nessuna lacrime percorse il suo viso. Era solo stanca, demotivata e senza molte alternative.
Saranno giorni che non tocco cibo. Aggiunse. Non che abbia questa gran fame dopo tutto.. Non fece in tempo a finire la frase, che lo stomaco la tradì a gran voce, reclamando qualcosa da metter sotto i denti.
Ecco..appunto!. Accennò un sorriso nervoso, per poi barcollare ancora una volta. Riuscì a non cadere per un soffio, se solo si fosse appoggiata su di lui, chissà quale reazione poteva scatenare. Era meglio evitare e farsi forza. E' tuo questo posto?
 
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Evan C.
view post Posted on 8/11/2012, 01:07




Sebbene non le stesse più rivolgendo attenzione già da qualche minuto, Evan avvertì su di sé lo sguardo della donna...con la coda dell'occhio ne intravide il viso affilato che puntava proprio a lui. Dunque si arrestò, solo un gradino sopra di lei, che si era già fermata...nessuna espressione di turbamento corrucciava il volto dell'uomo, eppure deglutì in maniera impercettibile. Soggezione. Quei due occhi, spenti dalla stanchezza, eppure resi luminosi dal loro colore intenso, che parevano studiarlo, lo facevano sentire proprio in quel modo...un animale raro di cui non si conoscessero razza nè fattezze, e che pertanto veniva osservato con curiosità...e sospetto, forse.
Tuttavia, soltanto una persona era stata in grado di mettere a nudo la sua anima...e non credeva che quella donna, chiunque fosse, e qualunque fossero i poteri che possedeva, potesse riuscirci; ad ogni modo, fu lo stesso grato quando riportò lo sguardo sul palazzo, abbandonando lui. Qualcosa che si avvicinava ad un mezzo sorriso sardonico increspò le labbra di Evan alle sue parole Non lo sai?! ripetè Non si viene fin quaggiù senza una ragione precisa e la sua non voleva essere una mera constatazione, ma quasi un richiamo...un ammonimento per la leggerezza con cui aveva deciso di varcare i confini di quel territorio. Non sembrò palesare molta comprensione per quei due occhi lucidi, benchè non fossero sfuggiti al suo sguardo...eppure solo qualche istante dopo, quando la vide barcollare ancora, non ci pensò due volte prima di offrirle...un appoggio per non cadere?
No, di certo no, anche se aveva tentato...ma poichè si era sorretta quasi subito sulle proprie gambe, si bloccò lì dov'era e invece disse Hai bisogno di un pasto caldo, o per lo meno completo di certo anche così non andava poi tanto male il suo approccio, pensò. Dopotutto, lo stomaco della donna aveva appena emesso uno sconveniente brontolio! Non avrebbe badato ai suoi modi un pò inconstanti con la prospettiva di un piatto carico di cibo...
Non hai la più pallida idea di dove ti trovi, vero? le chiese di rimando, quando lei accennò al fatto che quel palazzo potesse appartenere a lui...quell'idea bizzarra gli strappò un risolino, forse il primo da quando stavano "parlando". In realtà, questo è una specie di...quartier generale, se vogliamo la sua spiegazione si fermò lì, e non ritenne necessario, o forse opportuno, aggiungere altro che potesse dare maggiori chiarimenti alla donna.
Seguimi, c'è una cucina all'interno si limitò a farle un cenno del capo, precedendola lungo i restanti gradini che conducevano al portone...




 
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{Nihal
view post Posted on 8/11/2012, 10:15




Effettivamente stava morendo di fame, ma era impossibile non notare il suo modo di fare così freddo ed impostato. Si chiese che tipo di persona potesse essere che lavoro facesse, qual'era il suo trascorso, ma fin quando non lo avrebbe chiesto di persona, non poteva di certo ottenere queste informazioni da un semplice sguardo. Frugò nelle sue tasche alla ricerca di qualcosa, per poi rivolgersi all'uomo ormai di spalle.
Io accetterei violenteri ma.. non saprei come ripagare la tua ospitalità. Ripensò alle sue parole...quartier generale...doveva trattarsi di qualche organizzazione,o qualcosa del genere. Portò le mani allo stomaco più rumoroso di prima, cercando di soffocarne i rantoli molesti.
Hey aspettami! Lo raggiunse di fretta per non restare indietro, varcando la soglia dell'edificio.Richiuse il portone dietro di se, il cuore le sobbalzò in gola,non aveva mai visto un posto del genere, e il solo fatto di essere entrata accompagnata la rincuorò.Allungò il passo per riuscire a stargli dietro, osservando l'arredamento alquanto ambiguo del salone d'ingresso. Il tempo sembrava non trasccorere tra quelle mura, arazzi e quadri dall'aria antica seguivano i loro passi, così come i bronzi sparsi un pò ovunque. Lui sembrava a suo agio, non curante dell'atmosfera lugubre tutt'intorno. Il palazzo sembrava isolato, come se l'unico ad abitarvi fosse lui, ed il silenzio assordante rendeva il tutto ancora più misterioso. Questo posto mette i brividi. La cucina era immersa nel buio, così come giusto che sia a quell'ora di notte, rimase ferma sulla porta aspettando che l'uomo accendese una luce..una candela...un qualsiasi cosa che illuminasse la stanza. D'altronde la paura delle tenebre la portava ad immobilizzarsi chiudendo gli occhi, così come fanno i bambini. Fa in fretta..non mi piace stare al buio..soprattutto nei posti chiusi..
Si schiacciò contro la parete gelida, facendosi piccola piccola, non sopportava l'idea di stare al buio e con troppo spazio dietro di se, con il timore di guardarsi dietro e scoprire mostri orrendi. Un'atteggiamento stupido sicuramente, nonostante fosse una donna, la sua fobia la riportava ad uno stato mentale infantile e pauroso.
 
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Evan C.
view post Posted on 8/11/2012, 16:59




La superficie del portone in ferro era completamente liscia, senza nemmeno un batacchio per avvertire della propria presenza...eppure, raggiunto l'ultimo gradino, bastò il tocco di Evan per farlo spalancare. Naturalmente, però, nulla era lasciato al caso. Appena percettibile, sotto i polpastrelli, si poteva sentire una lieve scanalatura...lasciando correre l'indice per tutta la sua lunghezza, veniva azionato un meccanismo in grado di consentire l'ingresso...come la donna aveva già potuto notare, l'ambiente nel quale si trovavano non aveva all'apprenza quasi nulla di moderno, eccezion fatta per quella particolare "porta" attraverso la quale erano appena passati.
Il marmo scuro delle scale d'ingresso, continuava anche dentro, lungo il corridoio che stavano percorrendo; molti dei quadri, dalle spesse cornici placcate d'oro, ritraevano figure inqueitanti...uomini dal corpo metà umano e metà cavallo, donne dall'espressione austera avvolte in pomposi vestiti da cerimonia, e ancora sagome dai volti congelati nel terrore, le cui membra erano straziate e torturate da aguzzini in forma demoniaca.
Le grandi sculture in bronzo, invece, rappresentavano aquile dal becco spesso pronunciato e aperto come a voler ferire la preda, e arpie pronte a spiccare un balzo sulla loro vittima, con le bocche distorte da sorrisi sadici, e lunghi artigli affilati; alcune di quelle statue, infine, ritraevano gargoyle dal volto di diavolo. Tuttavia, l'uomo si muoveva nella penombra con passo deciso, senza badare troppo all'arredo, come non fosse stato nemmeno lì...ma nell'udire dietro di sè i passi affrettati della donna, ricordò delle sue sensazioni la prima volta che aveva messo piede in quel luogo. Quand'era ancora un bambino...allora rallentò, giungendo in prossimità di una porta rettangolare, incassata nel muro E comunque... disse mentre la spingeva verso l'interno non ha alcuna importanza se non hai con te delle monete. Ma se invece ne avessi aggiunse ...ti consiglierei di risparmiarle per il tuo viaggio di ritorno. La gente non è generosa, da queste parti l'ultima frase sembrò più un mormorio a sè stesso...nel buio si allontanò da lei, solo per accorgersi poco dopo di non essere seguito. Si sentì uno strano rumore, e all'improvviso una luce fioca rischiarò l'ambiente Fa attenzione a non scivolare la voce di Evan la raggiunse dal basso...Nihal, infatti, si trovava in cima ad una piccola scalinata di pietra, dai gradini irregolari.
La cucina si rivelò essere uno spazio alquanto angusto, occupata per lo più da un rozzo tavolo di legno, lungo abbastanza da accogliere almeno una decina di persone; alcune credenze di legno occupavano la parete di fronte a loro, mentre un ampio camino fatto di mattoni rossi era situato a destra del tavolo...davanti a questo, stavano delle piccole poltroncine dalla stoffa consunta, che pure avevano un aspetto accogliente. Siediti la invitò, senza premurarsi di farle strada...posò al centro del tavolo una lampada ad olio, la fonte di quella luce misteriosa, prima di avvicinarsi al camino...in breve tempo, tra le fredde pareti in pietra, si diffuse un piacevole tepore, e un'illuminazione più adeguata; l'uomo compiva il suo da fare senza proferir parola...sembrava non curarsi affatto di mettere Nihal a suo agio. Dopo aver provveduto a far riscaldare la stanza, comunque, andò a sedersi al tavolo, di fronte a lei Hai richieste particolari? le domandò Cosa vuoi mangiare? aggiunse, ancora, chiarendo meglio il senso di quella domanda Gli Elfi domestici penseranno a portarti quel che chiederai spiegò.



Edited by Evan C. - 8/11/2012, 18:11
 
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{Nihal
view post Posted on 9/11/2012, 14:35




Fece giusto in tempo ad avvertila, prima che Nihal scivolasse sul pavimento liscio e lucido. Seppur fosse schivo e distaccato, dimostrava quanto l'uomo fosse premuroso nei suoi riguardi, riscaldando l'ambiente come un ottimo padrone di casa. Tolse il lungo mantello di raso nero, appoggiandolo leggero come una piuma su di una poltroncina vicino al focolare acceso, riscaldandolo così per il viaggio di ritorno. Aveva sempre amato lo scoppiettio ritmico e i colori ambratii del fuoco. Sfregò le mani per catturare un pò di caldo sollievo, fredde e scolorite dal clima tutt'altro che complice della notte. Prese posto molto lentamente, con movimenti discreti quasi a chiedere il permesso. La sedia in legno antico cigolò sotto il suo peso, il tavolo rustico e spesso sembrava uscito da qualche taverna a tema medievale, così come le credenze.
Ti ringrazio per quello che fai.. Nei loro occhi riflettevano le luci fiammeggianti, così come accadeva nei film. L'uomo sembrava distogliere lo sguardo ogni qualvolta l'angelo lo fissava negli occhi. L'imbarazzo piombò sulla donna, ammutolita di colpo. Un accennò di rossore comparve sul suo viso, proseguì cosi il discorso per distogliere l'attenzione sul suo imbarazzo. Qualsiasi cosa andrà più che bene.. sistemò le lunghe maniche stropicciate della maglia celeste che portava, scollata ma non troppo, anche se non ci pensò due volte a sistemare il decoltè per non sembrar troppo provocante.Non ho mai visto un posto così. Sorrise. Passarono istanti ad osservarsi senza emetter suono, quando la donna sembrò cascare dalle nuvole. Io sono Nihal!Non ci siamo ancora presentati.. Allungò la mano in segno di cortesia, ma la ritrasse quasi subito intimorita dallo sguardo assente dell'uomo. Rimase a braccia conserte attendendo una sua reazione. A guardarlo bene era davvero un bel ragazzo, lineamenti decisi e occhi intensi, fisicamente sembrava anche messo bene, non un fanatico di palestra, ma uno che sicuramente amava tenersi in forma. A differenza di tutte le persone incontrate in passato, lui sembrava esser protetto da un fitto strato di vetro, le fu impossibile captarne pensieri e modi d'essere. In realtà non sapeva neanche se fosse umano o meno, eppure non captava alcuna aurea demoniaca o al contrario, angelica come la sua. Anche sul fatto che lui avesse capito cosa la donna fosse in realtà, era in dubbio.
 
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Evan C.
view post Posted on 17/11/2012, 20:22




E' il minimo che io possa fare rispose Evan con noncuranza, mentre un elfo, arrivato da chissà dove si avvicinava al tavolo e con zelo disponeva delle candele su di esso, forse perchè riteneva insufficiente la luce emanata dal camino, o più probabilmente per seguire la prassi. Con uno straccio che teneva ripiegato sul braccio sinistro parve levigare la superficie del tavolo, che di certo non poteva far brillare più di tanto, trattandosi di legno grezzo...nonostante questo, però, si dava un gran da fare perchè tutto fosse lindo e in ordine; i suoi grandi occhi celesti stavano costantemente bassi, quasi avesse timore di scrutare gli "ospiti" di quella cucina. In realtà, creature come lui, ricevevano sin da piccoli una rigida educazione in merito a come ci si comportava nello svolgimento dei loro compiti. Le fiamme del fuoco guizzarono sulla brace, riflettendosi sulla pelle bluastra dell'elfo, facendola impallidire...dopo aver sistemato davanti a ciascuno piatti d'argento e coppe di vetro, fece un piccolo inchino prima di sparire nel buio, verso le scale.
Non è un luogo che attrae molti visitatori continuò Evan in risposta alla sua osservazione ...ma incauti viandanti, questo si aggiunse, facendole l'occhiolino e mostrando l'ombra di un sorriso. Poi si presentò a sua volta Evan Connelly l'intuizione della donna era giusta...da parte sua, lui non aveva la più pallida idea di trovarsi di fronte ad un angelo...benchè avvertisse senza dubbio la sua energia positiva. Le loro mani si sfiorarono solo un'istante...la presa salda e un pò ruvida di Evan si sciolse subito, percependo qualche riserva nell'atteggiamento di lei.
Altrettanto non fecero i suoi occhi, che non abbandonarono la silhouette dell'Angelo se non dopo svariati secondi...allora distolse lo sguardo, riportandolo sulla creatura dalla pelle blu, che nel mentre era tornata, con un vassoio carico di prelibatezze, e altrettante bevande. Ce n'era per tutti i gusti...e per tutti i palati! Idromele, vino, birra, e un'altra particolare bevanda dal sapore dolciastro e frizzantino...ovviamente anche acqua; e poi ancora frutta, carne, e molti dolci. Silenzioso come era riapparso, l'elfo li lasciò di nuovo soli.
Qualcuno dovrebbe dirgli che l'epoca della schiavitù è finita da un pezzo osservò l'uomo con sarcasmo, riferendosi all'esserino appena andatosene, e riempiendo la propria coppa di vetro con un pò d'idromele Forse non per loro pensò, ignorando del tutto che tipo di vita facessero gli elfi in quel palazzo. Nessuno li vedeva o sentiva mai, se non durante i pasti...pareva quasi che vivessero dentro ai muri, sbucandone fuori al momento giusto e nel posto giusto, prima di tornare a mimetizzarsi nel cemento. Si diede mentalmente dello sciocco per quel pensiero assurdo...tornò a guardare dalla porta, nascosta nell'oscurità, a Nihal Immagino tu non abbia un posto dove dormire, vero? le chiese.
 
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{Nihal
view post Posted on 29/11/2012, 14:36




Non aveva mai visto una creatura simile, rimasta un pò interdetta alla sua visione distolse lo sguardo, ammirando il banchetto da re preparatole. Ci mise un pò ad addentare qualcosa, in imbarazzo e timida come suo solito, cerco l'approvazione dell'uomo nei suoi occhi. Non mi aspettava nessuno, di conseguenza non ho un posto dove stare.. I dolci tentavano la donna, assuefatta ormai dagli odori sublimi e allettanti che emanava ogni singola pietanza. Afferò una costina di carne divorandola in pochi secondi, così come le seguenti. Pulì più volte le dita nei tovaglioli rosso vermiglio, dal tessuto pregiato e delicato. Per quanto tutt'intorno sembrasse regnasse il marcio degli anni passati, note di contrasto come il cibo pregiato o l'arredamento ricercato del grande salone d'ingresso, ingannavano i visitatori. Dopo la carne, sorseggiò del vino scuro, trattenendo il respiro per qualche istante, già piena come un uovo. Con occhi grandi e non ancora sazi osservò per vari minuti quello che sembrava un tiramisù fatto ad opera d'arte, il suo dolce preferito. Ne prese giusto una fetta per assaggiare, ma non riuscì a resistergli a lungo, trangugiando così l'intera porzione.Finito il banchetto, l'angelo ormai sazio poggiò con tutto il peso sullo schienale della sedia. POrtò una mano al ventre soddisfatto e finalmente pieno, ricordando a fatica da quanti giorni non toccasse cibo. Per un motivo sconosciuto, in quel momento le venne in mente la figlia, si domandò se avesse mangiato, se stesse bene, se le mancava in qualche modo..Subito dopo toccò a Nathe, le stesse domande, più retoriche e scontate, macchiate dal dolore della donna, celato forse dal dolce sapore di quel tiramisù. Le si disegnò in volto ogni lacrima versata per lui, ogni ora passata insieme, e quelle trascorse come due sconosciuti. Ogni ricordo però sembrava lontano anni luce, in quel luogo remoto e sconosciuto, quello che serviva a Nihal per ricominciare. L'urlo di dolore che premeva per uscire le si fermò in gola, socchiuse gli occhi mantenendo la calma in qualche modo.Il mal di testa ne opprimeva qualsiasi altro pensiero.Forse ho solo bisogno di riposare. Si alzò dal tavolo lentamente, quando la forza nelle gambe la abbandonò del tutto, così come ogni singolo muscolo del corpo. Si tenette a fatica al tavolo, prima di cadere rovinosamente sul pavimento.La presa durò pressocchè nulla, lasciandosi andare esausta sul suolo gelido.
 
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Evan C.
view post Posted on 30/11/2012, 16:30




Durante tutto il banchetto, Evan rimase ad osservare una famelica Nihal, che abbandonando definitivamente ogni apparenza non esitò a servirsi di qualsiasi pietanza che fosse sulla tavola...inizialmente la sua espressione accigliata suggeriva meraviglia, forse sbigottimento; a poco a poco però, perse quella serietà, lasciandosi andare ad un sorriso divertito. Quella donna non doveva mangiare da giorni, pensò...fortuna che in quel posto non erano avidi di cibo, quanto lo si mostravano su altre cose. A differenza sua, lui non aveva toccato quasi nulla...si era invece limitato a riempire più volte la sua coppa, pareva gradire molto quella bevanda dolciastra Ne vuoi? le chiese dopo poco, notando che il suo bicchiere era ancora vuoto Non avrà lo stesso sapore di un buon whisky, ma basterà comunque a riscaldarti un pò senza attendere la sua risposta stappò la bottiglia e ne fece fuoriuscire un fiotto di liquido ambrato. Quando le fiamme di quel camino avessero smesso di ardere, il freddo sarebbe tornato a penetrare fin dentro le loro ossa...quel posto non mancava soltanto di calore umano...terminarono il pasto in completo in silenzio, fin quando Nihal non gettò la spugna, lasciando parte del dolce nel suo piatto, e adagiandosi contro lo schienale della sedia...forse per via della stanchezza, o forse a causa del torpore nella stanza, ma improvvisamente notò nei suoi occhi uno sguardo arrendevole.
Seguì con discrezione il movimento della sua mano, mentre si carezzava il ventre, e gli venne naturale chiedersi di nuovo a cosa stesse pensando...in quegli istanti poteva avvertire la sua mente volare distante, fuori da quel palazzo, oltre quella landa oscura...chissà poi per raggiungere cosa...o chi...per un pò il crepitio del fuoco fu il solo rumore ad intrattenere i presenti, diffondendo nell'aria quell'aroma di legna bruciata che ad Evan ricordava la stagione dell'inverno...la sola che avesse mai conosciuto...quando riposò il calice, la base di questo tintinnò contro il piatto, richiamando l'attenzione dell'Elfo che, impeccabilmente zelante, riapparve per ripulire la tavola.
Tra poco verranno a soffocare le braci disse Evan, ma prima ancora che avesse modo di offrirle ospitalità per la notte, la donna si alzò dal tavolo...lui decise che sarebbe rimasto ancora un pò lì. Un tonfo sordo, tuttavia, lo costrinse a voltarsi, in tempo per vedere Nihal accasciata sul pavimento...trascinata in basso dai suoi stessi dolori, e dalla spossatezza di cui era reduce; non esitò a soccorrerla, alzandole piano la testa Portami dell'acqua si affrettò a dire all'elfo, che solerte obbedì, interrompendo ciò in cui era affaccendato...le bagnò appena le labbra, aspettando si riprendesse. Era molto pallida...senza sforzo la sollevò e non prestando più attenzione alla creatura dalla pelle blu, risalì i gradini della cucina, intenzionato a portarla nella propria stanza.
Qualche minuto dopo, Nihal era distesa su lenzuola di seta grige, in una camera immersa nel buio, la cui sola fonte di luce proveniva da una finestra ogivale Puoi dormire con me la voce di Evan le arrivò lontana ...intendo nella mia stanza si affrettò ad aggiungere per prevenire in lei ogni imbarazzo...da parte sua, così assuefatto al controllo delle emozioni, non ne avrebbe mostrato alcuno.

Edited by Evan C. - 30/11/2012, 16:52
 
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