Era inutile. Per quanto si sforzasse, il suo corpo - era così brutto dire cadavere, nonostante fosse vero - aveva ancora un considerevole peso e massa fisica. Nonostante i suoi sforzi, non appena appogiava un piede a terra, un quasi impercettibile tonfo si udiva di lì a qualche metro, segnalando i suoi spostamenti. E quel rumore, da lei stessa prodotto, cominciava a renderla sempre più tesa.
Si fermò, inspirando con calma dalla prima volta che aveva aperto gli occhi lì. Calma, resta calma.
Il fatto era che quel silenzio quasi assoluto, interrotto solo dagli scricchiolii lontani tipici di un edificio in rovina, insieme al fatto che fosse tecnicamente completamente disarmata, la facevano sentire nuda ed insicura. Ed insieme a quello, si aggiungeva la paura che la ipotesi precedente sul secondo coma celebrale fosse reale...
"Forse è più che un'ipotesi"Bianca entrò in un secondo ufficio, scavalcando la porta divelta e caduta in terra. Da ferma non faceva assolutamente nessun rumore, e la cosa la rassicurava, quindi, una volta al centro dell'ufficio, si fermò, osservandolo nel dettaglio senza muoversi ulteriormente. Questo era intatto, almeno per quanto riguardava i muri, poichè sul soffitto c'era un altro squarcio, ed il mobilio, esclusa una scrivania piccola e decadente, era stato fatto a pezzi. Intorno e sopra ad essa, vi era il caos cartaceo più totale. Documenti ingialliti e mangiati dal tempo, giornali secchi e strappati, fogli sparsi in terra... Bianca si chinò sulle ginocchia, abbassandosi in silenzio, per osservare meglio. Vedendo in bianco e nero i titoli dei giornali, inneggianti l'apocalisse, erano crudelmente netti e decisi. Cercò una data con gli occhi: era l'informazione più importante, quella di cui davvero necessitava. Quanto aveva dormito? Ma per quanto i suoi occhi rossi cercassero, non riuscì a trovarla.
Vide invece un'altra cosa, che la indusse a interrompere la sua immobilità: una macchia candida, ed una...
"Argento?"In cima alla pila di fogli sparsi ed ingialliti c'erano entrambi i colori. Appoggiato quasi con attenzione, tenuto fermo da un tagliacarte in quello che sembrava argento, c'era un foglio bianco da stampante. Davvero troppo nuovo per essere lì da molto. In inchiostro nero, vi era scritta una sola frettolosa parola, in stampatello maiuscolo.
"Insegue"Mortalmente calma, senza comprendere il messaggio, ma appuntandolo in un angolo della mente, Bianca ruppe la sua immobilità, per fare due passi in avanti e recuperare il foglio.
Uno, due, stop.
Tre.Bianca raggelò sul posto. Il silenzio era assoluto, e lei aveva contato i propri passi, per fare il minor rumore possibile. Ringraziando per la prima volta di non avere un cuore ancora battente, che per la tensione in quel momento avrebbe battuto a mille, assordandola ed offuscando il suo metodo di giudizio, Bianca rimase immobile come una statua, in completo ed assoluto ascolto.
Più niente.
Ma il terzo passo, non suo, c'era stato.
Piano, molto piano, le sue dita si chiusero sul tagliacarte, lungo una ventina di centimetri e in argendo spesso. Unito alla sua forza sovraumana era un'ottima arma, in grado di penetrare un cranio con meravigliosa facilità, grazie alla sua punta sottile e definita. Tenerlo tra le mani la rassicurò, quindi, con l'altra prese anche il foglio, volendolo rivoltare, per osservarlo meglio e vedere se nascondeva altro, oltre alla scritta incomprensibile. Nel farlo fece un altro minuscolo passo in avanti.
Uno,
due, quasi impercettibile.
E questa volta Bianca si voltò di colpo, uno sguardo omicida. Avrebbe ucciso qualsiasi creatura viva le si fosse avvicinata, in quel momento... Con mossa esperta, girò il tagliacarte in una sola mano, ferendosi l'interno del polso, mentre si voltava. L'istante dopo dalla ferita l'oscurità del suo sangue si animava, in filamenti lunghi oltre un metro e mezzo, per il momento, che come serpenti si animarono intorno a lei, pronti a distruggere.
Peccato non ci fosse niente da distruggere. Non c'era nessuno.
Sempre più tesa, con il foglio che non aveva ancora guardato in una mano e il tagliacarte sporco di oscurità - il suo sangue nero - nell'altra, Bianca alzò lo sguardo, ricordando gli insegnamenti di suo fratello. "Guarda sempre in alto. Nessuno guarda mai in alto, sono sempre tutti deliziosamente scoperti, dall'alto. Non fare lo stesso errore." Ma anche lì, non c'era nessuno. Solo il piano di sopra.
Ecco, quella non era una cattiva idea.
Con un singolo movimento fluido, piegandosi sulle ginocchia, Bianca saltò, benedicendo la sua natura di non morta. Senza un anima ad appesantirlo, e potenziato dalla magia osura, il corpo risvegliato dal suo maestro otteneva potenzialità nettamente superiori a quelle che aveva in vita. Forza, velocità ed agilità sovraumana erano solo alcuni dei vantaggi. Erano quelli a renderli dei nemici semi immortali, che non potevano tra l'altro sentire dolore.
Il salto la portò senza fatica ad atterrare con un tonfo, questa volta più sommesso, al piano di sopra. L'ufficio questa volta era più grande, e una parete era crollata, mostrando un terzo ufficio. Questo aveva una finestra, che però mostrava solo un cielo nero e vuoto. Non le serviva a molto.
"Forse dovrei uscire di qui" pensò. Doveva avvicinarsi alla finestra per capire meglio il luogo dove si trovava... Ma prima, armarsi.
Con il tagliacarte, si procurò una ventina di tagli sulle braccia, sulle gambe ed uno sul retro del corpo, tagliando anche la tuta di lattice che la avvolgeva, ma liberò solo tre filamenti di sangue, per difesa. Tuttavia, in quel modo, poteva scatenare l'inferno, a suo piacimento.
Voleva andarsene, ma prima doveva ottenere informazioni. In caso contrario, sarebbe stato certamente un suicidio. Se solo avesse potuto sapere una data, a grandi linee, del periodo in cui si trovava... Doveva capire se c'entrava Algebal o no. Nel primo caso, avrebbe dovuto trovare il suo maestro, per prima cosa. Impensabile che fosse morto, quell'angelo era banalmente immortale. In caso contrario... Be', doveva trovare il maestro lo stesso. Ma se c'entrava Algebal, lei era una preda. Se non c'entrava, lei era una dei tanti. Che quasi quasi era meglio.
Ma quel passo... E il messaggio.
Bianca, ferma e armata, osservò nuovamente il foglio, leggendo l'indizio e girandolo, cercando eventualmente altro. Lì non c'erano cadaveri... Ma sembravano tutti fuggiti da tempo. L'apocalisse. Il messaggio. Il passo.
"Una creatura predatrice? Può essere. Ma allora qui... Bisogna uscire. Qui però non c'è nessuno, nemmeno tracce di sangue. Non è tutto così vecchio da essere scomparso. E se la trappola fosse fuori?"Troppe domande. Aveva bisogno di informazioni.
scomponimento e componimento atomi tramite il suo sangue: si deve tagliare il corpo, o essere stata ferita. L'oscurità che sostituisce il suo sangue si anima di vita propria, direttamente controllata dalla ragazza, e si protende in filamenti neri fuori dalla ferita della ragazza. Ciò che questa tocca, se lei lo desidera, viene scomposto in atomi dove viene sfiorato dall'oscurità. Il controllo è rapido e preciso, e può essere multiplo, a seconda delle ferite inflittegli. Ha ovviamente una certa portata fisica, dato che se si dissangua non riesce più a muovere il suo cadavere: la sua magia nera di rinascita, come per tutti i suoi fratelli, risiede nel sangue. Al contrario, può anche ricomporre ciò che ha scomposto, per esempio anche una sua ferita. Ne ricostruisce i tessuti, in pochi secondi.