// attenzione: ciò che segue è mezzo hard u.u //
La luce era stranamente vivida...il sole riverberava sulla sabbia rendendola accecante...a stento Nathaniel riusciva a tenere gli occhi aperti; sentiva il rumore del mare, un rombo intenso che scrosciava nelle sue orecchie, eppure...non poteva vederlo...che fosse così lontano?
Ogni passo gli costava un enorme impiego di energia, e gli pareva di muoversi di soli pochi centimetri ogni volta. Però aveva una meta, uno scopo da raggiungere...davanti a sè...si, quella era la direzione giusta da seguire. Il tempo non esisteva, dissolvendosi come i mulinelli di sabbia che sollevava camminando...poi, d'un tratto, sentì il suo corpo farsi meno pesante, e l'oceano più vicino ai suoi piedi, tanto che la risacca di un'onda li ricoprì completamente. Solo allora si accorse di non indossare scarpe...nè vestiti...e in quello stesso frangente, una delicata brezza marina avvolse le sue membra, portando con sè l'odore salmastro e pungente dei flutti.
Poco oltre dal punto in cui era, una sagoma si stagliava contro l'azzurro del cielo terso, i suoi contorni, tuttavia, erano irregolari...non la riconobbe. Ma la consapevolezza che dovesse raggiungerla si fece strada dentro di sè...così accelerò l'andatura, e senza sforzo si ritrovò a pochi passi dall'ombra misteriosa. Tese una mano, provando a sfiorarla, ma quella si allontanò ancora...riprese quindi a camminare, e poi a correre...ogni volta che gli sembrava di riuscire a toccarla, scopriva una nuova distanza tra loro. Infine, Nate cessò "l'inseguimento"...e allora fu la stessa ombra ad avvicinarsi a lui...lentamente il suo profilo acquistava un volto, e un aspetto definito...la prima cosa che gli fu permesso di notare, erano i capelli...molto più lunghi dall'ultima volta che l'aveva vista, e che si avvolgevano morbidi intorno alle sue gambe nude e bagnate dal mare. Quella visione gli provocò un fremito...la sua pelle brillava sotto i bagliori del sole...poi risalì lungo le sue braccia, tese sui fianchi, e infine il volto...gli sorrideva...rimase ad osservare le sue labbra a lungo, prima di abbassare lo sguardo, constatando che anche lei era senza nulla addosso...i suoi seni turgidi e rosei catturavano i riflessi della luce...Lorelai. Fece per aprir bocca, ma tutto scomparve in un turbinio di colori confusi...
Nate aprì bruscamente gli occhi, ritrovandosi a fissare il soffitto della sua stanza, immersa nel buio...poche luci filtravano dalla finestra, provenienti dai lampioni sulla strada. Aveva il respiro affannato, e il cuore palpitava nel suo petto...per non parlare dell'eccitazione che provava...si passò una mano sulla fronte, strizzando più volte gli occhi e costringendosi a scordare quelle
fantasie.Ma inevitabilmente, il sonno era sparito con quelle immagini...l'ultima volta che aveva visto quella ragazza, era stata in occasione della festa di Natale. Che senso aveva ripensarci adesso?!
Vinto dal nervoso si tirò a sedere, sospirando...e prendendo una decisione nell'immediato. Poco dopo, armato di jeans e di una felpa pesante, era sulla spiaggia...mancava ancora qualche ora all'alba, e l'aria era pungente, gelida. Ma, proprio come nel suo sogno, sapeva come muoversi e cosa fare.
Si concentrò a fondo, e il teletrasporto lo condusse su alcuni picchi rocciosi in mezzo all'oceano...il vento sferzava forte il Demone, costringendolo a piegarsi leggermente in avanti per non scivolare...la distesa d'acqua era scura come gli abissi più neri e il vortice che vi si apriva in mezzo pareva la bocca dell'Inferno. Una volta lì dentro, la sensazione sarebbe stata spiacevole.
Tre...due...uno...spiccò il balzo, finendo dritto nei "gironi" della morte...i flutti agitati lo soffocarono in breve tempo, l'acqua si riversò minacciosa nei suoi polmoni, togliendogli il respiro...si, era come
morire.Questione di pochi istanti...il vortice infuriato lo trascinò a fondo, sempre più in basso...finchè l'oceano sopra la sua testa tornò ad essere calmo, e i raggi della luna quasi morente a specchiarsi sulla sua superficie...il mondo sommerso, Atlantide. Nate atterrò all'interno di uno dei grandi tubolari di vetro trasparenti, che fungevano da strade di raccordo in quel mondo sottomarino. Non era mai stato lì...ma immaginava che, in quanto figlia di Poseidone, Lorelai fosse solita andarci...era dunque il solo posto dove poteva cercarla. I suoi abiti erano tornati subito asciutti dopo aver passato il vortice...allo stesso modo dei capelli...si guardò le mani, incredulo...e la necessità di dover introdurre aria nei polmoni era svanita, insieme all'impressione di soffocare. In un certo senso, era come se non si fosse mai mosso dalla terra ferma.
Scelse una direzione, una delle vie più percorse e popolate di negozi e case, e vi si diresse...alla ricerca del suo "sogno".