| Le luci delle insegne luminose riflettevano sul finestrino del taxi rosso sul quale viaggiava. Il luogo dell'incontro era abbastanza distante dall'aereoporto, dove atterò con il primo volo della mattina. Era sgattaiolata da casa senza lasciare alcun biglietto, d'altronde non era sua abitudine avvisare delle sue assenze. I grattacieli sovrastavano imponenti il paesaggio, centinaia di persone già oberate a lavorare per le strade, colme di auto pressocchè infinite. Non capiva nulla di ciò che il taxista le stava raccontando da circa mezzora, sembrava simpatico però,con i suoi occhiali simili a fondi di bottiglia, la riga dei capelli improponibile, e quei denti sporgenti a castoro. Non portava bagagli con se la ragazza,non sapeva se e dove avrebbe passato la notte, ma poco le importava.Alzò gli occhi al cielo quando la figura della madre le se ripropose nella mente; Nihal se la sarebbe presa molto, ma Cassandra avrebbe svincolato il discorso come sempre.Le prime luci del mattino ostentavano a farsi vedere, l'atmosfera del posto era suggestiva, e Cassandra ne rimase affascinata. L'indirizzo appuntato sull'agenda, portava a quello che sembrava un complesso residenziale borghese, distante dalla frenetica vita del centro. L'auto si fermò poco più avanti di un cancello color rame intenso,nessuna illuminazione vi era nei d'intorni. Che sia qui?. I fari si spensero con il motore, l'uomo gesticolava in modo plateale, indicando insistivamente il contatore della corsa.Dopo aver lasciato oltre il conto una consistente mancia, prese la borsa appoggiata al suo fianco, uscendo dal taxi per poi richiudere la portiera dietro di se. I versi di un grillo sembravano dargli il benvenuto, tutto intorno il silenzio era padrone. Si guardò intorno , ma oltre a lei sembrava non esserci nessuno. Aspettò per qualche minuto appoggiata ad un muretto, forse era in anticipo,d'altronde era davvero presto, e non sarebbe stato del tutto educato piombare in casa di qualcuno così d'improvviso. Congetture che sparirono però da li a poco, in fin dei conti era stata invitata li da Cole, non aveva motivo di indugiare più di tanto. Suonò al campanello color mattone posto poco più in la del cancello. Non c'era nessuna dicitura, nessun nome, ne numero, solo una striscia bianca piuttosto sbiadita, si trattava probabilmente di una casa vuota.Ripetè il gesto due o tre volte, ad intervalli regolari, ma tutto tacque. Eppure il posto mi sembra questo. Bisbigliò appena. Iniziò a pensare che forse era solo uno scherzo di cattivo gusto, o forse era semplicemente in anticipo. Passeggiò avanti e indietro, guardando i minuti passare sull'orologio che portava al polso.Nulla. Nessuna macchina, nessun rumore di passi, solo qualche tapparella lontana che faceva spazio alla luce fioca del mattino. Sospirò a pieni polmoni, sperando almeno di non aver fatto tutto quella strada per un buco nell'acqua. Ricontrollò l'indirizzo più volte, a tutti può capitare di sbagliare, ma sia la via che il numero corrispondevano. Cole dove sei..
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